venerdì 17 ottobre 2014

Roma: noi, prede dei nostri perché

Si dice che dopo aver toccato il fondo non si può che risalire. Sono ottimista di natura e voglio crederci. Il problema però non è se risaliremo ma quando.
Il nostro livello di “benessere sociale” si è notevolmente abbassato. A questo abbassamento hanno contribuito fattori esterni come smog, traffico ed inefficienze nei servizi al cittadino ma anche fattori che ci coinvolgono in prima persona tra i quali menefreghismo, inciviltà e rassegnazione.
Ci siamo assuefatti allo schifo (http://gianlucaruggeri.blogspot.it/2014/09/roma-noi-vittime-dello-schifo-quotidiano.html) ed è per questo che pur di tornare a respirare aria se non pulita almeno non male odorante, siamo disposti a far passare una risalita per una piccola passeggiata in collina.
Risaliremo dunque, ma sarebbe opportuno chiedere il meglio, puntare al massimo, riappropriarci della nostra identità di cittadini, combattere lo schifo che ci circonda e non contribuire a crearne altro.
Se parcheggio sulle strisce pedonali occupando uno scivolo per le carrozzine, creo un danno a quelle persone per le quali quello scivolo è stato pensato. Se lascio sul marciapiede un materasso usato favorisco il fenomeno dell’accattonaggio oltre che fornire un’idea malsana a quanti hanno in cantina una miriade di oggetti inutili dei quali sbarazzarsi e così via.
I primi a dover prevenire lo schifo siamo noi.
Sarebbe più opportuno che al nostro fianco avessimo persone preposte all’ordine pubblico che vigilassero su tutto ciò che non è lecito, ma poiché ho verificato in prima persona che il più delle volte siamo soli a combattere contro questi piccoli problemi quotidiani, allora cerco, per quanto mi è possibile di arginare alcuni comportamenti non consoni al bene civile. Il problema che si presenta oggi, non sarà più arginabile (e forse già non lo è più) tra dieci o venti anni. Se oggi non si risponde concretamente alle domande che seguono, il baratro sociale sarà inevitabile.

Perché lasciamo che bande di criminali portino sui marciapiedi persone mutilate o con malformazioni fisiche solo per impietosirci ed indurci così a donare qualche euro che nelle tasche degli sfruttatori diventano un ammontare enorme di denaro destinato alla criminalità? Perché nessuno si prende la briga di fermare gli sfruttatori ed evitarci queste scene pietose? Perché non vietiamo il rovistaggio nei cassonetti (forse a qualcuno fa comodo non dover portare in discarica rifiuti ingombranti…)? Perché non riflettiamo dieci secondi prima di lasciare l’automobile parcheggiata sulle strisce pedonali? Perché continuiamo a dare soldi ai bambini che nei vagoni della metropolitana fanno finta di suonare una pianola invece di stare a scuola? Perché se vige l’educazione obbligatoria dai 6 ai 16 anni, orde di bambini nomadi o comunque di provenienza Est Europea vagabondano per le stazioni o peggio ancora sono mandati a rubare nella metropolitana o sugli autobus più affollati nelle ore di punta? Perché nessuno agisce sebbene tutti sanno? Perché devo assistere al pietoso fenomeno di ragazzine con neonati in braccio che in ginocchio con voce stridula ed implorante ripetono un messaggio che recita più o meno così: “Sono ragazza di Bosnia con tre figli piccoli, vivo sotto i ponti e non ho da mangiare”. Perché non intervengono i servizi sociali? Perché ci ostiniamo a tollerare bancarelle di venditori abusivi di merce contraffatta? Perché c’è gente che acquista braccialetti tossici, occhiali con lenti in plastica che danneggiano la rètina, imitazioni di borse o portafogli che danneggiano l’economia italiana? Se ne parla al telegiornale ma non si interviene. E’ come se un poliziotto vedesse un ladro arrampicarsi su un balcone e dicesse: “Questo dei ladri è un bel problema, bisognerebbe risolverlo perché così non va bene” invece di fare tutto il possibile per arrestarlo. Troppi perché e nessuna risposta concreta. Me ne viene in mente un altro: perché si lascia ancora che tutto questo accada? 



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