mercoledì 10 giugno 2015

Attualità della musica: da “Mani Pulite” a “Mafia Capitale” la nostra Roma vista da “Imperfetto”

Nell’agosto del 1994, quando il ciclone Mani Pulite stava entrando nella sua seconda fase, indebolendosi fino ad esaurirsi un paio di anni dopo, era ancora una volta la musica a parlare, a commentare a modo suo quello che stava accadendo in un’Italia destatasi di colpo con la consapevolezza che non proprio tutti i suoi politici fossero delle persone integerrime.
Ma la musica arriva sempre dove il sentimento ha bisogno di aiuto o dove, per riflettere, serve una voce amica che ci spinga a ragionare su quello che accade e che spesso ci passa davanti come se non avesse nulla  a che vedere con le nostre vite.  La musica è attualità, è la bellezza di potere registrare su nastro un messaggio che da quel momento rimarrà per sempre e potrà essere riascoltato anni dopo ed essere apprezzato come la prima volta o forse anche di più.
Nell’agosto del 1994 uscì l’Album di Renato Zero dal titolo “L’Imperfetto”. Scelta significativa in un periodo storico in cui le persone cosiddette “perfette” si erano risvegliate una mattina con più di qualche scheletro nell’armadio.  Oggi, a distanza di 21 anni, ci siamo accorti che di quei “perfetti” ce ne sono ancora troppi. Siano essi legati alle indagini di “Mani Pulite” o a quelle di “Mafia Capitale” il risultato è sempre lo stesso: corruzione! Sembrava che chissà cosa si fosse fatto dal ’92 ad oggi per dare all’Italia una politica nuova, pulita e invece se ascoltiamo con attenzione le parole di questo brano dal titolo “Aria di Pentimenti” possiamo tranquillamente affermare che sia stato scritto qualche settimana e non qualche decennio fa. Riferendosi ai corrotti afferma “Eccoli guardali, ubriachi di petrolio che annusano utopie, che spingono persino i loro figli verso il buio delle idee.”  La conclusione è un vero e proprio auspicio “noi certo, neanche noi siamo perfetti ma almeno onesto, questo si. Vi abbiamo avuti accanto, disseminati per la via, speriamo si alzi un generoso vento e che vi spazzi tutti via”.

Per concludere questo brevissimo viaggio tra le note di questo album a mio parere straordinario, e legandomi a quanto detto in precedenza, la corruzione, la mala politica, le Amministrazioni che si sono arricchite alle spalle dei cittadini non hanno mai smesso di compiere il loro sporco lavoro ed ora che l’inchiesta di “Mafia Capitale” sta fornendo ai cittadini romani molte risposte su degrado e criminalità in una città che dovrebbe invece essere portata d’esempio in tutto il mondo, ecco un’altra canzone, attualissima anch’essa,  dedicata proprio a Roma. Non è un caso che sia stata inserita in questo contesto di denuncia sociale ed invito chi legge ad ascoltarla con attenzione, poiché anche lei potrebbe essere stata benissimo scritta qualche giorno fa. Si intitola “Roma malata” e si conclude così “Un'altra Roma, più schiava che padrona, la Roma dei misteri, dei Ministeri. Brutte compagnie, traffici, angherie.  Non ti ho vista più, davvero non sei più tu.… Roma che scappi via, da questa gente tua…  non puoi morire. Roma, Roma, Roma”.  Ho voluto prendere in considerazione in questo mio post la musica, in quanto è diventato ormai un mezzo di comunicazione rapido e fruibile a tutti, dato storico in quanto rimane impresso sul nastro e voce di chi, attraverso una sensibilità particolare propria dell’artista, riesce con la sintesi dettata dallo spartito a denunciare una situazione che non può più essere tollerata e che va cambiata, perché se veramente teniamo a questa nostra città, non possiamo  stare  impassibili ed impotenti a guardare e a lasciare che sia preda di chi non la ama e di chi la sta portando a diventare “Culla dell’Inciviltà”. 

Nessun commento:

Posta un commento